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LACRIMA D'ORGOGLIO (Download)

Le nuvole scorrevano veloci sopra al porto abbandonato, preannunciando pioggia, preannunciando tempesta. Preannunciando guerra.
Violante scosto una ciocca corvina dal viso, consentendo ai suoi occhi verdi di spaziare tra i relitti che ancora giacevano attraccati al molo.
- Peter, credo che questa sia la notte giusta… Abbiamo fatto bene i nostri calcoli…- mormoro, rivolta al taschino della sua casacca da uomo, da cui spuntava il muso di un piccolo topo pallido, dagli occhi simili a capocchie di spillo e l’espressione intelligente.
Il vento che spirava dal mare pareva una fredda lama di coltello decisa a seguire la spina dorsale di Violante, che non riusci a reprimere un brivido.
Getto un’occhiata al mare, vanamente alla ricerca del profilo di una nave all’orizzonte. Sbatté piu volte le palpebre, tentando di mettere maggiormente a fuoco la linea del mare, invano.
Fu un fioco scricchiolio a ridestarla dalla sua contemplazione.
Un uomo corpulento si stava facendo strada sul pontile ingombro di rifiuti e ciarpame abbandonato. Era un uomo alto, dalle spalle squadrate e il petto ampio, il viso era coperto da un cappello stranamente calcato. Trascinava una gamba con fatica, come fosse lievemente piu corta.
Appena Violante distolse gli occhi dall’altalenante camminata dell’uomo, si rese conto che dalle varie carcasse abbandonate stavano uscendo diversi uomini altrettanto grotteschi.
Rannicchiatasi con maggior attenzione nello stretto spazio tra vecchie botti marcite, si appresto ad osservare attentamente la scena che si svolgeva sotto i suoi occhi.
Gli uomini si erano oramai riuniti sul pontile e, con gesti ampi e mal coordinati, si apprestavano a liberarlo dalla chincaglieria. Presto tutto cio che prima aveva affollato la piattaforma fini a mare.
- Geremia, cosa ti tieni stretto? Cosa hai trovato tra tutto quel letame che hai affogato nell’acqua?-
- Si, Geremia… Che cosa nascondi dietro la schiena?-
L’uomo chiamato in causa si sfrego il mento barbuto con una mano lorda di fanghiglia, fingendosi pensieroso e tracciando sulla folta peluria rossa una grondante sbavatura grigia.
- Io? Ich? I? Moi? Niente! – esclamo poi, mostrando quasi con orgoglio la sua dentatura marcia e ostentando una mano gelosamente serrata dietro la schiena.
- Secondo me… ha trovato una bottiglia di gin di qualche annetto fa… vero, vecchio?- ululo un pirata dalla capigliatura rada e il naso grosso.
Geremia fece una mezza reverenza, traendo da dietro la schiena una bottiglia polverosa, dall’etichetta muffita. Tutti i compagni si avventarono su di lui.
Violante levo lo sguardo dalla patetica scena solo quando tutti ammutolirono, immobilizzandosi istantaneamente.
Dei passi echeggiarono sul legno bagnato, una sagoma ombrosa si staglio sulla bolgia umana, lanciandole una rapida occhiata. Una lama di luce lunare rivelo le labbra dell’uomo, distese in un sorriso di scherno. Il suo sorriso cupo era simile a un tramonto d'inverno, gelido e freddo quanto la morte eppure tanto bello e luminoso.
Il cuore di Violante perse un battito, alla vista di quelle labbra sottili e pallide.
- E’ lui, Peter, e lui! – mormoro. Il topolino rabbrividi nella tasca, rintanandosi ancora piu in profondita tra le pieghe della stoffa.
L’uomo volse il capo verso i barili tra i quali Violante era rannicchiata, guardandoli quasi con sufficienza, il volto ora totalmente illuminato dal candore lunare.
Aveva un viso squadrato, dalle sopraciglia folte e arcuate, i capelli castani, folti e ricciuti, ricadevano sulle spalle, disordinatamente. Dietro al pallore lunare s’intravvedeva il reale colore della sua pelle, ambrata dal sole. Sullo zigomo destro era dipinta una lacrima. Una lacrima bianca. Dimostrava venticinque, forse trent’anni. Gli occhi dorati, dalla luce sagace e pronta, erano fissi in quelli verdi di Violante.
- Peter… Peter… Lui ci ha visti… Il Pirata Malinconico! Peter… Cosa devo fare…- tento di articolare la ragazza, abituata oramai a parlare con il suo piccolo amico.
Il pirata distolse lo sguardo, riportandolo sui compagni, ancora avvinghiati al suolo.
- Suvvia. Vi sembra onorevole azzuffarsi per una sciocca bottiglia di Gin abbandonata? Potete bere a sazieta sulla “Sirena”… O temete ancora che non vi sia per voi piu modo di risalirvi?- scandi, nella voce una nota triste.
Tutti gli uomini si alzarono in piedi, rassettandosi velocemente gli abiti e gettandosi occhiate malevole l’un l’altro.
- Sappiamo che non c’e piu speranza per noi – mormoro un vecchio sdentato.
- Si. Si. Il vecchio Fred ha ragione. Tu arrivi qui, tutto serio e dici che noi abbiamo voglia di navigare. Ma chi te lo dice che vogliamo? Chi te lo dice che ci avremo una nuova nave?- bofonchio un uomo dalla testa tonda e lo sguardo ottuso.
Il Pirata Malinconico scosto il mantello, con aria stizzita.
- Se fosse per me, armerei da solo la mia nave. Non pensiate di essere per me qualcosa in piu della feccia. Dimostratemi il vostro valore, derelitti. Rivolete la vostra citta? Rivolete le vostre case, le vostre famiglie imprigionate? C’e un motivo per cui siete diventati pirati? Per cui siete venuti qui, questa notte, a discapito delle proibizioni del governatore? Dimostratemi questo valore, allora. Io voglio solo vendetta, anche a costo della mia vita, e voi?-
Ci volle qualche minuto prima che tutti i presenti assimilassero le parole dell’uomo.
- Allora, prodi… pirati… Chi di voi, alla luce della mia reale esistenza, e pronto a solcare i mari sulla mia nave?- esclamo, con forzata baldanza, il pirata.
Violante sussulto. Era giunto il momento di decidere se era davvero cio che voleva, se davvero si sentiva pronta a percorrere il cammino del pirata.

“Vedo… vedo… Una donna, una donna sulla prua d’una nave. I suoi capelli corvini corrono nel vento, i suoi occhi sono fissi all’orizzonte. Non e una donna come tutte le altre, e una donna pirata.
Dietro a lei vi e un’ombra. Un’ombra dal cuore ardente, un’ombra dalla lacrima sul viso. Sfidano assieme il vento e le traversie della vita.
Non v’e gioia nel cuore d’alcuno dei due, ma assieme sono completi…”

Peter rotolo nella tasca, riportando Violante al presente. Le capitava sempre piu spesso di rivivere ad occhi aperti quel sogno fatto ogni notte, ogni notte fino a quando aveva letto quel bando ufficiale affisso sulla porta della chiesa del paese. “Chiunque risponda all’appello del Pirata Malinconico, verra appeso per il collo fino a quando non sopraggiunga la morte”.
In quel momento aveva compreso chi fosse l’uomo dalla lacrima sul viso di cui i suoi sogni parlavano. In quell’istante aveva trovato il coraggio di mettere a nudo la sua anima e di rendersi conto di cio che era destinata a fare.
Ora si trattava solo di alzarsi in piedi, si trattava solo di mostrarsi a quell’orda di uomini lerci e rabberciati.
Trasse un respiro profondo, poi, tirati i capelli sul volto, si alzo in piedi, rivelando la sua presenza.
Tutti sobbalzarono, imprecando a gran voce e accennando un passo verso di lei, con aria minacciosa. Solo il Pirata Malinconico rimase al suo posto, senza dare alcun segno di sorpresa.
“Sapeva che ero li. Mi stava guardando davvero poco fa.” penso Violante.
- Vi prego di non infiammarvi… non sono qui per consegnarvi al governatore, ma per unirmi a voi. Immagino che un uomo in piu non possa che esservi d’aiuto… e se poi e talmente restio a mostrare la sua presenza tra sconosciuti, prendetelo come un vezzo, un atto in piu per non correre rischi… - esclamo la ragazza, ostentando un virile tono di sfida.
Mentre gli uomini confabulavano, il Pirata la osservo con attenzione, poi affermo pacatamente, con poco piu d’un sussurro: - Un uomo in piu non puo che esserci d’aiuto… ma una donna?-
A Violante manco il terreno sotto i piedi. Era certa che il suo travestimento avrebbe sortito il suo effetto, proteggendola da una sicura esclusione dalla ciurma. Eppure aveva sbagliato qualcosa.
Fortunatamente, gli uomini stavano dibattendo con troppo vigore per captare l’affermazione del loro nuovo capo. – Va bene. Non sembri un tipo pericoloso, anzi. Sembri un po’ gracile per fare il pirata… Ma se anche tu hai qualcuno da vendicare, ben venga… – blatero spicciolo un uomo alto e atletico dal naso piatto. Il Pirata Malinconico non si oppose alla decisione della sua nuova ciurma e, con un tanto ampio quanto sconsolato gesto, indico ai suoi nuovi sottoposti il mare.
Una nave si stava avvicinando, fendendo i flutti silenziosamente e velocemente, favorita dalla forte brezza che spirava verso la terra ferma, una brezza che portava una ventata di speranza nei cuori di ognuno dei disperati che ne attendevano l’arrivo. Una brezza portatrice di vendetta.

- Peter… cosa abbiamo fatto? Siamo pirati, siamo ricercati… Stiamo uccidendo uomini e donne innocenti… E’ un mese che vivo questa vita, e un mese che non riesco a dormire la notte per paura di essere scoperta… E tutto per un sogno, un maledettissimo sogno…- mormorava sconsolata Violante al suo fido topo, mentre giacevano entrambi in una cuccetta polverosa.
Il mare burrascoso non lasciava tregua alla “Sirena” che beccheggiava sui cavalloni, nel tentativo di riprendere un assetto orizzontale. Non v’era stato un giorno di sole tra quelle onde, fino ad allora. Solo tempesta o bufera.
Violante fu scossa da un brivido gelido. Sentiva le viscere contorcersi nel suo stomaco.
Si alzo di scatto, affrettandosi a uscire sul ponte, certa di essere prossima a sentirsi male. Quando fu all’aria aperta prese piu respiri profondi, cercando di snebbiare il cervello e placare le viscere. Si sentiva annegare e la sua gola si strozzava alla ricerca dell’aria. Il vento le scompiglio i capelli e le vesti, eliminando ogni traccia del suo camuffamento, lasciandole sul viso un espressione spaurita.
Fu solo dopo diversi minuti che si rese conto di non essere sola. Appoggiato all’albero maestro, intento a guardarla, sfidando il vento tagliente, vi era lui. Il Pirata Malinconico.
“…Sfidano assieme il vento e le traversie della vita...” mormoro Violante, vedendo al contempo le labbra del pirata muoversi all’unisono con le sue. Bastarono pochi attimi perché i due si ritrovassero vicini, ad un respiro l’uno dall’altro. Le loro labbra s’erano avvicinate fin quasi a toccarsi.
- Non v’e amore per me, in questa vita – mormoro il Pirata alla vista degli occhi sperduti della ragazza. – Non v’e amore alcuno per me, in questa vita – ripeté.
- Non ve lo chiedo, mio signore…- sussurro lei di rimando.
Il pirata strinse una ciocca dei capelli corvini di lei tra le dita callose.
- Come ti chiami?- le chiese.
- Curioso che lei me lo chieda, signore… essendo lei per primo a non rivelare il suo nome a chicchessia –
Lui sorrise come aveva sorriso la notte in cui si erano incontrati per la prima volta. Un sorriso sterile, privo di sentimenti, gelido come la notte e come la morte. Eppure cosi bello.
- Come puoi chiedermi d’amarti senza che io conosca il tuo nome?- mormoro, fingendo di non aver udito la sarcastica affermazione della ragazza.
- Non vi ho chiesto d’amarmi… e poi, avete detto poco fa di non poter amare, quindi perché espormi?- domando lei, ancora una volta troppo beffarda per apparire credibile.
- Avete ragione… ragazzo. Non posso amare, non posso amarvi.- replico seccamente il pirata, voltando le spalle a Violante e allontanandosi sotto coperta.

“Cosa mi e preso? Cosa mi e preso? Non posso far irretire il mio cuore ad una donnicciola di provincia che vuol provare l’ebbrezza di essere un pirata. Non posso concedere il mio amore, l’amore che mi proibisco da tempo di provare, ad una stupida ragazzetta. Solo per colpa di un maledetto sogno. Solo per colpa dei suoi maledettissimi occhi. Non posso mandare in rovina tutto quello che ho costruito fino ad ora, tutto quello che ho creato con il sudore della mia fronte. Non posso mandare all’aria la mia vendetta… Cosa direbbe Sibilla? Cosa direbbe? Lewliet mi hai dimenticato facilmente. Direbbe. E avrebbe ragione, oh, quanta ragione avrebbe!! Non posso permettermelo!”
Lewliet si spoglio del mantello zuppo d’acqua di mare, gettandolo al suolo. Poi apri con foga la cassettiera ammaccata, traendone un foglio stropicciato e giallastro dal quale lo schizzo di una donna dai lunghi capelli a boccoli sorrideva felice. Fece scorrere il lungo indice sul volto della donna e una lacrima si sovrappose a quella disegnata sul suo viso.
“Sibilla… presto verra il nostro giorno, allora, finalmente, ti vendichero… e poi saremo di nuovo assieme.”

Nemmeno quel giorno, dopo un mese di maltempo il sole si mostro sul mare per asciugare le vele zuppe di pioggia e dare ai cuori degli uomini un po’ di calore.
Era il giorno del giudizio, il giorno in cui ciascuno di loro avrebbe avuto modo di porre fine ai tormenti dell’anima, punendo chi aveva peccato contro di loro o perendo nel tentativo.
Una palla di cannone sfregio la polena della “Sirena”, annullandone i sensuali lineamenti.
I pirati si guardarono a vicenda, spaventati e confusi, non ancora avvezzi alle battaglie in alto mare.
Lewliet si paro dinnanzi alla ciurma, urlando ordini. Violante represse un brivido di terrore e si calo la tesa del cappello sul viso.
- Peter, e ora di dimostrare chi siamo – mormoro.
La nave nemica viro, tentando di speronare la “Sirena” con la prua metallica, quando le due imbarcazioni si scontrarono, numerosi uomini furono sbalzati in mare, dove, a contatto con le acque gelide, persero conoscenza e presto furono freddati dai moschetti dei soldati.
Il cielo fu presto coperto da nubi di polvere da sparo, fumo, urla.
Sul ponte, tutti si muovevano freneticamente, tentando di contrastare il nemico, pregando incantucciati in angoli protetti, tentando la fuga in mare.
I pirati capivano oramai di non avere speranze, dalla nave nemica sgorgavano soldati ad ogni istante pronti a prendere il posto dei caduti.
Nel caos, Violante fu colpita alla spalla da un proiettile e stramazzo al suolo, atterrando Geremia e perdendo il cappello. I suoi capelli corvini si liberarono dalla stretta treccia in cui li aveva legati, rivelando la loro femminea lucentezza.
Geremia si puntello sulle mani per rialzarsi, imprecando contro Violante e le diede una spinta, facendola rotolare su se stessa.
Quando vide, per la prima volta libero dall'ombra del cappello e dei capelli, il viso della giovane pirata, comprese di essere dinnanzi ad una donna e lancio un urlo di disgusto.
Incurante della sua ferita sanguinante, le strinse la spalla per trarla in piedi e urlo: - Ecco perché stiamo perdendo, ecco la causa delle nostre sciagure! Una donna si cela tra noi, avvelena i nostri piatti, ci indebolisce con le sue stregonerie! E' lei a chiamare la tempesta e ha render molli le nostre braccia... Uccidiamola!-
Nella foga della rivelazione, l'uomo non si rese conto che un moschetto era puntato verso di lui e, colpito in profondita alla gamba destra, cadde in ginocchio con un urlo di dolore. - E' lei! E' lei! Uccidetela! -
Violante senti il terrore diffondersi nelle sue membra, conscia del terribile pericolo in cui era caduta. La ferita alla spalla pulsava, distribuendo fiotti di sangue sul braccio della ragazza.
La nave viro bruscamente, guadagnando distanza dai cannoni nemici.
Diversi pirati, capeggiati dall'acciaccato Fred, si avventarono su Violante mentre Geremia, morente, le si aggrappo alle gambe trattenendola con le ultime forze.
Quando oramai si stava congedando alla vita, una cascata di riccioli castani si paro dinnanzi al suo campo visivo e il tintinnio metallico d'una spada squarcio il silenzio che oramai le ovattava le orecchie.
- Tu... - bofonchio Fred, rivolgendosi, supponente, al Pirata Malinconico che ora aveva stretto il braccio di Violante e la proteggeva con la spada.
- Tu sapevi che era una donna... ci hai portato su questa nave con l'inganno... hai deciso tu la nostra morte, sei d'accordo con loro!!- ululo Fred, il viso stravolto dall'ira, gettandosi sul suo capitano e sguainando il corto pugnale, con il quale ne feri lo zigomo. Lewliet si sfioro la guancia, sporcandosi le dita di sangue, rassegnato.
- Hai ragione, Fred. Sapevo che era una donna. Non avrei dovuto consentirle di salire su questa nave, ma il mio scopo non era la vostra morte. Io, come voi, voglio solo vendicarmi. - mormoro.
Gli occhi del vecchio scintillarono di collera e la sua bocca si incurvo in un ghigno sbilenco nel pronunciare:- Allora, se sei nel giusto, uccidi tu stesso questa donna, o non ti riterro degno di essere il mio capitano, ragazzino...-
Gli occhi del Pirata Malinconico si riempirono di consapevole ineluttabilita.
- Non posso ucciderla – disse, rivolgendosi quasi a se stesso.
- E allora morrete tutti e due – decreto il vecchio, e tutti assentirono.
Violante chiuse gli occhi e una lacrima le scivolo lungo il viso, Lewliet la asciugo con il pollice ruvido. e mormoro – Non piangere...-
- ...Violante- completo lei.
Sul viso di lui si distese un tiepido sorriso, diverso dalla sterile glaciale smorfia che Violante era abituata ad amare.
- Lewliet – mormoro lui, poi, raccolte sul pollice le lacrime della ragazza, cancello con esse la lacrima disegnata sul proprio volto.
- Dimmi… Lewliet… come hai capito che ero una donna? Cosa ho sbagliato?- domando lei, velocemente.
- Non hai sbagliato nulla, sono stati i tuoi occhi a tradirti. Hai gli stessi occhi ardenti di mia moglie Sibilla…- rispose lui desolato.
- Capisco… Capisco…- sussurro lei.
- Nascendo avevo gia decretato quest’ora. Perché il primo passo verso la morte e la nascita… Ora questa lacrima non serve piu... paghero con le nostre vite la morte di mia moglie... Paghero con le nostre vite la rottura del mio voto... Si, perché, Violante, io ti amo. Anche se non posso amare, io ti amo...-
Le loro labbra si incontrarono, nelle loro orecchie solo il silenzio, poi il colpo di un fucile.