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IL SIGNOR F. (Download)

Era tempo di decidere. Dopo quella brutta, bruttissima giornata, il signor F. non ebbe piu dubbi: qualcosa doveva cambiare, ed anche al piu presto. S’infilo la giacca da camera a quadrettoni rossi e gialli e sedette alla scrivania di fronte alla porta finestra. Fuori pioveva e le luci dell’Hotel Corso erano accese sulla strada trafficata. Questa volta avrebbe programmato ogni cosa. Un promemoria dettagliato sarebbe stato il punto da cui partire. Accese il computer e comincio a segnare il da farsi, una sorta di piano a cui attenersi scrupolosamente. Di colpo si senti invadere da un senso di profondo benessere, come gli capitava ogni volta che prendeva una decisione sofferta.
Aveva finalmente deciso di rivolgersi ad un'agenzia matrimoniale per trovare una donna adatta a lui.
Inizio a compilare un elenco di caratteristiche indispensabili della sua donna ideale.
“Silenziosa” scrisse, di getto.
Aveva scelto subito questa caratteristica a causa della fastidiosa abitudine che lui riteneva insita nelle donne di parlare troppo. Alla televisione, su ogni canale, c'e una donnina che parla degli affari propri o di quelli altrui, aprendo la finestra sulla via si vedono solo donne che parlano, parlano, parlano. Il signor F. voleva una donna zitta. Muta, possibilmente.
Il signor F. amava il silenzio, adorava sedersi alla scrivania, aprire il giornale e leggerlo in silenzio, sorseggiando del caffe bollente.
“Deve saper fare un ottimo caffe”aggiunse sull'elenco.
Il signor F adorava il caffe, caffe d'ogni angolo del pianeta. Americano, Africano, Giapponese, Italiano, Inglese, Francese, Tibetano. Li aveva assaggiati tutti, seduto comodamente alla sua scrivania di legno scuro, senza pero lasciarla, nemmeno per un secondo. Non aveva mai capito che utilita avesse il viaggiare.
Rifletté un attimo, alla ricerca della parola giusta. Poi scrisse: “Sedentaria”.
Ecco, perfetto. Sedentaria, ma non troppo... In pratica capace di rimanere per tutta la vita in paese, ma preferibilmente non troppo attaccaticcia. Non doveva stargli tra i piedi. Il signor F detestava chi gli stava tra i piedi.
“Attiva ma non troppo” aggiunse.
Aveva bisogno di qualcuno che riordinasse la casa, intrattenesse gli ospiti, pensasse in pratica a quella che e la vita d'ogni giorno. Lui era decisamente stanco di pensare a tutto. Ad esempio, quella mattina, si era dovuto alzare di buon ora, per preparare il caffe.
“Mattiniera” aggiunse, continuando a ripercorrere mentalmente la giornata.
Aperte le ante del mobiletto della cucina, pero, si era reso conto di aver finito il caffe. Cosi aveva dovuto vestirsi e camminare fino al negozietto all'angolo.
Giunto li, aveva dovuto perdere ben una preziosa ora della sua vita per far capire al commesso, un incompetente, qual era il caffe di cui aveva bisogno.
Arrivato a casa, aveva posto la caffettiera sul gas ed era andato a controllare la posta, per prelevare il giornale del giorno. Niente. Non era arrivato.
Arrabbiatissimo, aveva trangugiato il suo caffe e poi si era avviato verso l'ufficio, camminando lentamente, essendo largamente in anticipo.
A poco meno di meta strada dalla meta, la cappa grigia di nuvole che celava il sole sin dal mattino presto aveva rivelato il suo scopo e dal cielo avevano iniziato a rotolare pesanti goccioloni d'acqua gelida.
Con la mano morbidamente adagiata sulla tastiera, il signor F compito “Previdente”.
Di certo, infatti, quel mattino, sua moglie, vedendo le nubi che riempivano il cielo, gli avrebbe teso un ombrello, assieme a un leggero bacio sulla guancia. E cosi tutto sarebbe andato per il meglio e il signor F non sarebbe arrivato al lavoro in un pietoso stato di semi-affogamento.
Le maggiori disgrazie erano iniziate proprio al suo arrivo in ufficio.
Grondante acqua, infatti, si era asciugato alla meglio con una scrollata molto canina, inondando di mille goccioline l'ingresso. Era arrivata, correndo, la segretaria che, vedendone il viso sconvolto dalla traumatica esperienza, quale il sentirsi affogare dalla pioggia, l'aveva fatto sedere ed era corsa, agitatissima, a preparargli un te bollente. - Caffe... non te... - aveva mormorato debolmente il signor F, inutilmente.
“Obbediente e attenta alle mie parole” digito il signor F.
La segretaria era arrivata correndo, reggendo tra le mani tremanti la tazza di te fumante. Sfortunatamente per il signor F, pero, la poveretta era inciampata sul tappeto persiano, cadendo rovinosamente al suolo e spargendo l'intero contenuto della tazza sulla camicia gia abbondantemente zuppa del signor F stesso, che non aveva potuto trattenere un ululato di dolore a contatto con lo zuccherino e bollente liquido.
“Equilibrata” scrisse il signor F, quasi automaticamente.
L'equilibrio era di certo una gran dote, secondo il signor F, che avrebbe inserito questa dicitura nelle caratteristiche per la scelta d'una segretaria. “Cercasi segretaria equilibrata” suonava ottimamente. Si, una segretaria e una moglie dovevano essere capaci di tenere gli oggetti in equilibrio. Era fondamentale.
Sta di fatto che, ustionato e bagnato, il signor F aveva dovuto proprio guardare un elenco di richieste d'assunzione. Nessuno dei richiedenti aveva pero sottolineato d'essere una persona equilibrata. Cosi non li aveva presi in considerazione. Punto.
Dopo aver cestinato ciascuna richiesta, il signor F si era ricordato d'aver fame. Aveva guardato fuori dalla finestra e si era reso conto che la tempesta turbinante non era ancora finita.
Si, una moglie previdente avrebbe fatto al caso suo in tale occasione, di certo si sarebbe svegliata all'alba per preparargli un buon pranzetto da nascondere nella valigetta per non dividerlo con i colleghi.
“Ottima cuoca” aveva aggiunto il signor F all'elenco, durante le sue elucubrazioni culinarie.
Quando sarebbero stati sposati, lui e la sua donna perfetta, lei avrebbe cucinato piatti d'ogni origine e nazionalita. Cibo cinese, cibo messicano, cibo hawaiano, cibo thailandese, cibo nordafricano, cibo norvegese, cibo americano, cibo francese...
Sarebbe stato perfetto riuscire ad evitare di doversi nutrire come aveva fatto quel giorno a pranzo. Una triste scatoletta di fagiolini ripescata dalla segretaria squilibrata dal piccolo frigorifero dell'ufficio.
“Allergica ai fagioli” aggiunse, tanto per stare certo che non capitasse mai di dover rimangiare una tale porcheria.
Era stato con incredibile sollievo che il signor F aveva seguito il moto del sole nel cielo, nel momento in cui le nubi si erano fatte da parte e avevano cessato di gettare secchiate d'acqua sui comuni mortali.
Era uscito, baldanzosamente, dall'ufficio e aveva salutato quasi con cordialita la segretaria, per poi dirigersi a casa. Era stato quello il momento in cui aveva maturato l'idea di trovare una moglie. Gli era sorta l'idea vedendo alcune dinamiche coppiette camminare a braccetto lungo il viale, donne dagli occhi illuminati di innocente ammirazione per il marito al loro fianco, accompagnate da schiere di marmocchi dalle ginocchia incrostate di sudiciume e gli occhi vispi e maligni.
“Non amante dei bambini” scrisse, con ferma convinzione.
L'ultima cosa di cui aveva bisogno, infatti, era un nano urlante a turbare la quiete della sua amabile pace domestica.
Un nanerottolo infingardo e rumoroso, una peste dalle ferite suppuranti e le guance incrostate di lerciume. No, mai.
Rilesse l'elenco con attenzione, tentando di ricordare altre caratteristiche importanti da segnalare. Non gliene vennero in mente altre e cosi completo la scheda per poi inviarla, non senza remore.
Riprese in mano il programma che aveva stilato prima di passare alla scheda, rileggendo con attenzione il nuovo regime familiare.
Grazie ad una moglie, sarebbe riuscito a guadagnare ben quattro ore al giorno in piu da passare comodamente seduto a leggere, quattro ore di totale rilassamento. Gongolo, certo d'aver avuto un'originale e intelligente trovata.
Chi avrebbe potuto rifiutarlo, dopo averlo veduto in viso? S'appresto a raggiungere il bagno, per specchiarsi con occhio critico.
Aveva un viso ovale, capelli radi e pallidi, di certo segno di classe, molto affascinanti per le donne d'oggi, desiderose d'un uomo distinto, dal profilo serio e compito. Un uomo equilibrato, c'e da sottolineare. Non aveva mai ribaltato nulla in vita sua. E ne andava fiero. Decisamente. Decisamente. Le donne d'oggi avevano bisogno d'un uomo adulto e maturo che le faccia sentire protette.
Il signor F era decisamente convinto di questi suoi pensieri e gia si immaginava una linda giovinetta, gentile e premurosa, silenziosa e previdente, e per ultimo, ma non di certo meno importante, equilibrata, che avrebbe allietato le sue giornate con caffe appena versato e piatti tipici di altre nazionalita.
Era davvero soddisfatto della sua idea, e ando a dormire senza nemmeno accorgersi che quel giorno il giornale non era arrivato, essendo scaduto l'abbonamento.
Si stese tra le lenzuola dall'odore di naftalina, pensando che presto avrebbero odorato di lavanda e margherite, opportunamente lavati ogni giorno dalla sua dolce mogliettina.
Si sfilo la giacca da camera e si appresto a leggere alcune pagine d'un libro.
Presto, pero, il sonno lo sopraffece e il signor F si addormento placidamente, tenendo il segno del libro con il ruvido indice.

- Franco Franchi, eta 70 anni, uomo amante della quiete cerca una donna silenziosa, che sappia fare un buon caffe, sedentaria, attiva ma non troppo, previdente, obbediente a attenta alle mie parole, equilibrata, ottima cuoca, allergica ai fagioli, non amante dei bambini – lesse una giovane donna dai capelli rosso fiamma sul giornale, sotto la colonna “Cuori Solitari”. Una mezza risata proruppe dalle sue labbra.
Si volse verso l'amica al suo fianco, una ragazza altrettanto giovane ma dai capelli sottili, d'un biondo paglia. - Credo che questo signore sia proprio il tipo adatto a me! - esclamo, ridendo. L'amica sorrise.
La ragazza trascrisse sapientemente su un foglietto rosa il numero di telefono del signor F, ponendoci sopra la dicitura “il mio uomo ideale” e lo appunto sul frigorifero.
Le due giovani continuarono a scorrere le pagine del giornale.
Nessuna donna chiamo il povero signor F, che a lungo si chiese se per caso non avesse sbagliato a segnalare il numero di telefono, e questa domanda continuo a perseguitarlo per tutta la vita.