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L'AMICO FEDELE (Download)

L'uomo aspiro pensosamente una boccata di fumo dall'esile sigaretta che reggeva tra indice e medio, ingialliti dalla nicotina, gli occhi puntati su di lui. Lui, l'unico placebo per i suoi mali, l'unica ragione della sua vita.
Fece correre lo sguardo lungo i suoi morbidi riflessi ramati, immerso nel loro scintillio.
La sua mano corse a rassettarsi i capelli, ottenendo un'informe nube grigia di ciocche sparse.
Un'altra boccata di fumo, e fu avvolto da una nebbia vorticosa di ricordi e cenere.
Non si era mai ritenuto una persona dipendente, un uomo incapace di sopravvivere senza qualcosa, senza spina dorsale, ingabbiato nella rete d'un sortilegio quale l'amore, la dipendenza. Eppure ora ne era certo, dopo tanti anni, l'unico che non l'aveva mai abbandonato, l'unico che era stato sempre al suo fianco nei lunghi anni di solitudine, era stato Lui.

Ricordava la prima volta che le sue labbra ne avevano sfiorato il sapore, ancora troppo acerbe per comprenderlo.
Era stato suo padre, la sera di Natale, ad entrare in casa, le spalle e gli ispidi capelli spolverati di candida neve, nascondendo dietro alla schiena Lui. L'aveva mostrato alla famiglia riunita come un cimelio, ponendolo in bella mostra al centro della stanza. Lo sguardo ammonitore di suo padre si era subito posato sul suo viso di bambino con l'intento di trattenerlo dall'avvicinarsi a Lui. Quasi sapesse che cosa sarebbe potuto accadere, cosa, effettivamente, era accaduto.
Erano bastati pochi giorni per convincere se stesso a prendere coraggio e compiere quell'atto.
Aveva afferrato Lui e per pochi istanti le sue labbra ne avevano gustato il sapore, nascostamente, rimpiattati nella buia cantina umida.
Pochi istanti gli erano bastati per ricordare eternamente quel sapore dolciastro, pochi attimi avevano dato inizio alla sua mania.
Da quel giorno aveva tentato in ogni occasione di racimolare qualche attimo segreto per riprovare la stessa emozione, le stesse sensazioni, lo stesso sapore.
Era raro che Lui entrasse nella sua casa piu d'una volta all'anno e, in ogni occasione che Lui arrivava in casa, era custodito con grande accuratezza da suo padre, che lo teneva come un figlio, non perdendolo mai di vista.
Non era piu riuscito ad avvicinarlo, prima di essere abbastanza grande da vivere da solo.
Era oramai adulto quando poté palesare il suo amore, era oramai adulto quando poté entrare in un negozio con fruscianti banconote tra le mani, banconote guadagnate con il sudore della fronte, e stenderle dinnanzi al commerciante, affiancandole a Lui, una bottiglia di vino, vino pregiato.
Finalmente, quella sera, seduto dinnanzi alla finestra, contemplando il cielo stellato, aveva stretto tra le mani con sicurezza la bottiglia, rubandone a piccoli sorsi il contenuto, rivivendo dopo anni la dolce sensazione del con il dolce liquido. Era la prima volta che si sentiva completo, abbandonato all'estasi della contemplazione dell'infinito, dell'acidulo retrogusto dell'uva sulla lingua, il calore della sigaretta che si disfaceva tra le sue dita.

Ora era di nuovo in quella stanza, dopo vent'anni, di nuovo seduto nello stesso punto, a compiere lo stesso atto, a provare le stesse emozioni. Dopo tanti anni era di nuovo a casa, e poteva finalmente condividere l'ultima parte della sua vita in pace, serenamente, con Lui al suo fianco.
Accarezzo con gli occhi le sfumature ramate del liquido nel calice, poi lo porto alle labbra. Un altro sorso, le membra intorpidite e solo il sapore del vino tra le labbra, un altro sorso per dimenticare, un altro sorso prima dell'inizio della fine.